Una produzione di piccola entità e di giovane storia, ma che presenta già due etichette di bianco e una di rosso da uve barbera, da provare assolutamente!
Si fa presto a dire "vino bianco" c'è chi gradisce i bianchi aromatici, chi li vuole larghi e gommosi, chi li preferisce carichi di legno, chi invece li vuole macerati magari in anfora.
Questo vino non è così, questo vino è una scheggia di quarzo sparata nello spazio siderale, un accogliente igloo scavato nel diamante, una stella fredda dal tenue bagliore accecante.
Un'uva, il timorasso, fino a pochi anni fa dimenticata nel fondo dei cassetti della memoria; un territorio, Monleale, che dona un plus di mineralità aggiuntiva a quella già spontaneamente presente nel vitigno.
Un uomo, Bruno Battegazzore, che ha fatto tesoro degli insegnamenti del maestro per poi superarlo come fece Giotto con Cimabue.
Il vino si presenta con una brillantezza pura ed incontaminata, il naso è delicato ma potente, sfaccettato, sottile, con odori di frutta, di erbe, di sali iodati, che si rincorrono e giocano a nascondino nelle nostre narici. Sorso solido, fresco, con salda presa e allungo micidiale.
La sensazione di leccare un sasso bianco che è stato sotto al sole. Da assaggiare subito!
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